Tour de France 2023, le limitazioni per salire in cima al mitico Puy-de-Dôme: niente pubblico, ammiraglie dimezzate e zone di assistenza

Niente pubblico in cima oggi al Tour de France 2023. La Grande Boucle ritrova oggi il mitico Puy-de-Dôme, ma tra le condizioni per poter dare l’accesso ai ciclisti in quello che ormai è un patrimonio dell’Unesco da preservare c’era l’impossibilità per il pubblico di essere a bordo della strada che porta in cima, nel tratto più duro e simbolico di questa salita così particolare. Una scelta obbligata per garantire sicurezza, alle persone e all’ambiente. Oltre al pubblico, a 4,5 chilometri sarà bloccato l’accesso anche alla seconda ammiraglia di ogni squadra, ma anche la stessa organizzazione limiterà i suoi mezzi, oltre al servizio medico visto che una sola auto e una sola ambulanza saliranno fino in cima.

Da segnalare tuttavia che non potrà esserci nessuna vettura tra il primo corridore e il gruppo, quindi in pratica le ammiraglie dei favoriti saranno tagliate fuori in ogni caso nel finale di gara, non potendo restare al fianco dei leader, a prescindere dai distacchi. L’assistenza ai corridori sarà dunque garantita da una vettura, che resterà in gruppo, e quattro moto Shimano, mentre sarà possibile per le squadre anche avere delle postazioni a 2 chilometri e 800 metri dall’arrivo dove predisporre ruote e bici da poter fornire ai propri ciclisti.

“La conditio sine qua non per poterci salire è che negli ultimi chilometri non ci sia nessuno a parte corridori, organizzazione e la trasmissione TV”, spiega Christian Prudhomme a France TV, che per poter fare passare la corsa su questa ascesa ha dovuto chiedere l’autorizzazione. A concederla è stato Nicolas Tournebize, direttore di TC Dômes, la società che ha in gestione la panoramica, senza dimenticare Lionel Chauvin, presidente del dipartimento. “Non si può salire in bici da soli quando si vuole (la strada normalmente è infatti chiusa da una sbarra e ci sono telecamere a sorvegliare l’accesso, ndr) perché c’è un reale pericolo. Per poter salire in cima serve un contesto organizzato che possa garantire la sicurezza”. “L’accesso è stato limitato, non c’è stato neanche da parlarne – aggiunge Chauvin – Negli ultimi 4 chilometri non ci sarà il pubblico, ma ci saranno alcune zone in cui sarà possibile vedere i corridori in precedenza”.

Gli stessi corridori hanno potuto accedervi, tutti assieme, solamente il 2 giugno, per poter fare una ricognizione (cosa che Tadej Pogacar non ha fatto, mandando Rafal Majka a prendere informazioni), mentre sono pochi coloro che ci sono saliti anche altre volte. Sostanzialmente solo Romain Bardet e Remi Cavagna, residenti in zona, che hanno approfittato anche di altre rare occasioni in cui capita l’apertura.

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